Le Poesie

Alba Gentili nel suo studio tra poesia e memoria

È del 1970 il PRIMO VOLUME DI POESIE edito dalla Magalini di Brescia per cura di Elio Marcianò. Volume che si arricchisce anche di una ventina di saggi pittorici.
Scrive Welma Sorrentino in “Artisti e scrittori contemporanei” 1976:
“Nella genuinità della sua poesia, fa esplodere i colori secondo le istanze del momento psicologico in cui vive con un espressionismo tendente all’astrazione, riesce ad ottenere effetti di suggestione intensa… Ogni pennellata ha il ritmo di un verso lungo e breve, il colore si fa parola viva; accostamenti, morbidezza di impasto, trasparenze, si fanno note di un canto alto e solenne.”

Primo Volume di Poesie

Le poesie sono state commentate nella quinta classe di un liceo, il Fermi di Massa, il cui preside, prof. Antonio Grossi ha rilasciato una lusinghiera dichiarazione al riguardo:

“La sera è infuocata e il tramonto è d’oro” a Benne e Alba Gentili guarda il suo “Pomario colmo di verdi”

Benne è un  paesino di quattro case; la sua origine risale all’epoca carolingia, sempre conteso nel tempo dai vari marchesati. Si sente ancora per l’aria qualche verso del Gozzano e nella chiesa ci sono affreschi dell’Alberoni.

 

Il Pomario, olio su tela

Poesia Il Pomario

Tramonto a Benne n.2, olio su tela

A sinistra della “misera e paziente fontana” si diparte un lungo vicolo verso i boschi dove  Alba Gentili volle la sua CASA BIANCA, lasciando definitivamente Torino. “La sua casa bianca e la notte scura, dove le foglie scosse dal vento stormiscono e l’ombra del monte si chiude……sotto il cielo ansioso incrinato da vene azzurre”.

Una lirica è dedicata alla madre: “madre, madre mia – ora che più non sei – cara ti sento”

Nella “Sera di luna” si ode il canto dolcissimo nel buio di una casa. Nelle “Mie gaggie” le rade foglie argentee palpitano.

In “Ascolta” tutto si logora. Rimane un singhiozzo, in tutte le parole soffuse di malinconia, d’amore… Esse palesano nostalgicamente uno stato d’animo che si accorda, financo, con la pittura che le e cara.

E. Scavini – Il Risveglio del Canavese

È del 1983 il secondo libro di poesie COLLOQUIO SOFFERTO, Edizioni Pentarco di Torino per il quale le viene assegnato il Premio Montefinale Portovenere in occasione della ottava giornata dell’informazione e della cultura. Monografia di presentazione di Giuseppe Nasillo.

L’anima mia possiede da millenni lo stupore, forse come nostalgia di paradiso perduto.

Sensazioni sopite che ritornano a volte.

 

Sono questi i versi di una poesia tratta da COLLOQUIO SOFFERTO di Alba Gentili, una raccolta di liriche che è un po’ come il fedele specchio dell’anima di una donna che arde di un furore creativo, nello stesso momento in cui si alimenta di colori, di luci, di ombre, di barbagli improvvisi e di azzurrati meriggi di serenità……

 

Dal tormento della pittura al sollievo della poesia, intesa come dialogo non più cromatico, ma verbale con se stessa, non è difficile cogliere i lampeggiamenti di una intelligenza che stempera la sua passionalità sulla tela, passando attraverso i grigi, i violetti, i rosa, inframmezzati da sciabolate improvvise e da fervide tonalità che animano e vivificano la infinitudine dei cieli chiazzati da inquiete striate nuvolaglie…..

Sulla tela bianca / io coloro un’ora di abbandono.  // Coloro l’ora della tentazione, / l’ora dell’oblio, / l’ora dell’armonia 

Maristella

Da monografia di presentazione : “ È un libro insolito, un libro conclusione in cui l’animo della Gentili si denuda e dove la sua voce più autentica si dispiega senza ritrosie, senza riserve né reticenze. In questa opera si coglie totalmente una sensibilità intimistica ,misurata su anni di una vita intrisa  di dolore, di amore, di bellezza e di fede ad un tempo.

La Gentili possiede la magia della semplicità e della sincerità . Possiede nello sguardo, nella voce, nei gesti, nelle parole, (in quelle parole che in questo libro sono diventate musica visiva) una sorta di magia che ci attira e ci rapisce come una incontenibile vertigine. E ciò  avviene soltanto se esiste e là dove esiste quella che veramente possiamo chiamare la poesia del canto libero. “

Giuseppe  Nasillo

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